La «sharing mobility» crescerà ancora nel biennio 2021-2022. Secondo l’International Center for Social Research (www.icsr-net.com) —su un campione di 2 mila uomini e 2 mila donne di età compresa tra i 18 ed i 65 anni— il “sentiment” dei nostri connazionali è quello di incrementare ancora di più la mobilità in sharing.
La stragrande maggioranza degli italiani (82%) intende infatti «incrementare» o «incrementare molto» il ricorso alla smart mobility. E più specificamente per il car sharing a volerlo fare è il 74% degli italiani.
Dietro le quinte dei maggiori operatori —anche di quelli più famosi come il player delle «Cinquecento rosse»— c’è un big player finora rimasto nell’ombra: GreenVulcano (www.greenvulcano.com) oggi uno dei laboratori di ricerca e sperimentazione più attivi del «made in Italy hi-tech».
Con oltre 100 dipendenti, sedi a Roma, Milano, Napoli e Boston, ed un’esperienza consolidata in 20 anni di attività, GreenVulcano traccia ora un bilancio della situazione italiana, sottolineando come la rivoluzione della sharing mobility è in atto con numeri in linea con i migliori trend mondiali.
«Oggi si contano 12 mila automobili, 3.000 scooter e 36 mila biciclette in sharing, per complessivi 50 milioni di spostamenti che saranno compiuti entro quest’anno —il 52% in più rispetto al 2018— con un’offerta che si fa sempre più verde, grazie all’aumento dei mezzi elettrici (oggi al 48% della flotta totale) e di veicoli sempre più leggeri e meno ingombranti» precisano gli esperti di GreenVulcano.
«L’obiettivo è ora portare in tutte le città italiane una nuova mobilità altamente tecnologica, ecologica e conveniente, a misura di cittadino ed a basso impatto ambientale» puntualizza Ciro Romano, co-fondatore e ceo di GreenVulcano.
E certo è che il modo di muoversi in città sta cambiando anche grazie alle tecnologie made in Italy. Tra i clienti di GreenVulcano vi sono colossi mondiali come ALD Automotive, del Gruppo Société Générale, leader nel settore del noleggio a lungo termine in oltre 42 Paesi. E anche The Hurry, nella stessa nicchia di mercato.
E poi ancora, in altri ambiti della mobilità, GreenVulcano collabora con i suoi algoritmi con società come Octo Telematics —attivo in Italia ma soprattutto negli Usa— i cui servizi, basati su tecnologie create ad hoc da GreenVulcano, vengono poi acquistati dalle grandi compagnie assicurative per la definizione del rischio associato al guidatore.
«Aiutiamo anche i conducenti dei tir in ben 96 Paesi a tornare a casa sani e salvi ogni giorno» commentano i responsabili di GreenVulcano. Tra i clienti figura infatti anche eDrivingSM —società leader particolarmente negli Usa e nel Regno Unito— la cui mission è proprio quella di aiutare oltre un milione di autotrasportatori a ridurre le collisioni.
Il cuore del sistema è l’Intelligenza Artificiale e si chiama «Gaia». È l’ultima evoluzione dell’«enterprise service bus» (ESB) open source ideato da GreenVulcano per andare oltre il tradizionale approccio su architettura SOA, interpretando in modo innovativo l’«enterprise application integration» (EAI).
«Nella nostra ultima versione abbiamo lavorato sulla miniaturizzazione del prodotto per poterlo usare nei contesti cloud su architetture a microservizi. Ma c’è molto altro ancora nella roadmap di Gaia. Ad esempio la disponibilità del prodotto come “iPaaS”, con un modello di erogazione del servizio pay-per-use» conclude il co-fondatore e ceo di GreenVulcano.