Come ben sappiamo, al giorno d’oggi gli smartphone vengono utilizzati praticamente per qualsiasi attività. Ad esempio, ora si può scommettere sui vari siti di casino, con la possibilità di giocare praticamente su ogni evento sportivo, dal calcio fino al tennis, passando per la boxe, anche sfruttando le quote degli eventi live, puntando proprio mentre si sta svolgendo la partita. Ovviamente, il web si può sfruttare anche per tanto altro: trovare informazioni utili per la propria dieta o, ancora, sfruttare le numerose applicazioni dedicate che si possono scaricare dai vari negozi online.
Uno dei problemi principali legati agli smartphone, però, rimane pur sempre la privacy. Si tratta di un tema particolarmente caldo, da sempre oggetto di discussione, soprattutto nel caso in cui uno smartphone o un altro device mobile dovesse essere rubato da qualche malintenzionato.
Find My, il nuovo strumento di Apple
Così il colosso Apple ha voluto sviluppare uno strumento proprio per risolvere tale situazione. Si tratta di Find My: il problema è che, per come è stata presentata dal marchio di Cupertino, poteva apparire quasi come un sistema veramente pericoloso nel caso in cui dovesse essere implementato in modo sbagliato, ovvero in grado di spiare e tracciare gli utenti.
Fortunatamente, la “seconda generazione” di Find My Phone non è niente di tutto questo. Fino a questo momento, tutti coloro che perdevano il proprio device Apple, avevano una sola possibilità: ovvero quella di tracciare l’ultima posizione conosciuta, sfruttando le coordinate GPS. Nel caso in cui, però, il device sia stato rubato da qualche ladro, allora si può anche procedere con il blocco da remoto, provvedendo alla cancellazione di tutti i dati presenti al suo interno.
Apple ha tolto i veli alla nuova applicazione “Find My”, insieme a iOS 13 e a MacOS Catalina. Ebbene, questo nuovo titolo è in grado di individuare il punto in cui si trova un device Apple anche nel caso in cui sia in stand by oppure non risulti collegato alla rete. Come può essere possibile? Semplice: Apple ha deciso di sfruttare il crowd-tracking.
Come funziona?
Tramite il crowd-tracking, in poche parole, tutti i vari dispositivi Apple si trasformano in una sorta di incredibile massa di segugi, che non fanno altro che andare alla ricerca dell’etere, rilasciando delle comunicazioni frequenti ad Apple circa l’elenco dei dispositivi che si trovano nelle loro vicinanze.
Per poter utilizzare in modo efficace la nuova app Find My, un utente deve necessariamente essere proprietario di almeno due device mobili realizzati dal colosso di Cupertino. Giusto per fare un esempio, bisogna poter disporre di un MacBook Pro e di un iPhone. Dopo aver avviato l’applicazione, bisogna attivare la funzione Find My.
Quindi, nel momento in cui si imposta tale funzione, uno dei due device crea una chiave crittografica privata, che sarà poi condivisa con gli altri device Apple, sfruttando un sistema che ricorda, sotto molti aspetti, AirDrop. La chiave crittografica in questione è il vero punto di volta di questo strumento, visto che rimane nella disponibilità dell’utente, ma senza mai essere caricata sul cloud.
Entrambi i device in questione non creano solamente una chiave privata, ma anche una chiave pubblica, che viene sfruttata per la codificazione dei messaggi. Nel momento in cui si usa la chiave pubblica, viene codificato un messaggio che può essere letto solamente da colui che ha a disposizione la relativa chiave privata. Un sistema più che efficace, no?